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Aforismi e citazioni di Anne Rice

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Aforismi e citazioni di Anne Rice

 

Creava deliberatamente quelle lunghe note liquide e pure, per dire che la bellezza non significava nulla perché veniva dalla disperazion, e alla fin fine non aveva nulla da spartire con la disperazione perché la disperazione non era bella, e quindi la bellezza era un orrida ironia?

Chiusi gli occhi e udii il vento e il suono dell'acqua che scorreva dolcemente, velocemente nel fiume. Mi bastò per un momento. Ma sapevo che non sarebbe durato, che questa pace sarebbe volata via come se mi venisse strappata dalle braccia, e io l'avrei inseguita, io, la più disperatamente sola tra tutte le creature di Dio, per riportarla indietro.

Rimasi incantato dal mondo della musica rock... i cantanti potevano urlare parlando del bene e del male, autoproclamandosi angeli e diavoli, e i mortali si alzavano e applaudivano. A volte sembravano incarnazioni della follia pura. Tuttavia era abbagliante, da un punto di vista tecnologico, la complessità della loro performance: era barbara e cerebrale in un modo che, pensavo, il mondo del passato non aveva mai visto. Naturalmente quel delirio era una metafora. Nessuno di loror credeva agli angeli e ai diavoli, anche se ne assumevano la parte alla perfezione. Solo gli interpreti della antica commedia italiana sapevano essere altrettanto sconvolgenti e inventivi e lubrichi. Eppure erano incredibilmente nuovi gli estremi in cui portavano la brutalità e la sfida, e il modo in cui venivano abbracciati dal mondo, tanto dai più ricchi come dai più poveri. E poi c'era qualcosa di vampiresco nella musica rock. Doveva apparire sovrannaturale anche a coloro che al sovrannaturale non credevano. Alludo al fatto che l'elettricità poteva protrarre una nota all'infinito, al modo in cui era possibile sovrapporre armonia ad armonia fino a quando ti sentivi dissolvere nel suono. Era eloquente quella musica. Il mondo non l'aveva mai posseduta in nessuna forma.

La bellezza non era il tradimento che lui aeva immaginato; era piuttosto una terra inesplorata dove si potevano commettere mille errori fatali, un paradiso selvaggio e indifferente senza nulla che indicasse la presenza del male e del bene.

Posso solo darti questo. Un cuore che piange per lei, lei che hai ridotto in cenere...

Mi opposi baciandola, volevo sommergerla di baci, sulle guancie, sulle labbra: "No lo capisco fin troppo bene" sussurrò alle mie labbra che baciavano le sue.

Chi ha smesso di credere in Dio o nel bene continua lo stesso a credere nel diavolo. Non so perché. No, anzi, lo so: il male è sempre possibile. E il bene è eternamente difficile.

Vai laggiù tra gli alberi. Liberati di quel che di umano è rimasto del tuo corpo e non innamorarti così follemente della notte da smarrire la strada!

Non v'è stanza da letto o sala da ballo dove io non possa entrare. La morte nella luce del focolare, la morte in punta di piedi nel corridoio... ecco ciò che sono.

Claudia si avvicinò a me cercando di consolarmi con le mani e gli occhi, come una figlia amorosa: "non ci pensare Louis lascia che tranquillizzi la tua coscienza anche se non saprò mai esattamente cos'è"

Claudia: "sono stata mortale per te, mi hai dato il tuo bacio immortale, mi hai amato con la tua natura di vampiro".
Louis: "ti amo ora con la mia natura umana se mai l'ho avuta".

Claudia: "non posso vivere senza di te, preferirei morire che vivere senza te... non posso sopportare che mi guardi come hai fatto, non posso sopportare che non mi ami!"
Mi chinai e le baciai il collo e le guance dicendole: "sìsì mia cara".

Per parecchi giorni non mi resi conto di quanto la desideravo, di quanto mi piaceva parlare e stare con lei.

Claudia era un mistero, era impossibile dire cosa sapesse o non sapesse, e vederla uccidere faceva rabbrividire.

Mi nascosi da lei e dai sentimenti che erano scaturiti in me dalla grande e divorante paura di essere assolutamente incapace di renderla felice o di rendere felice me stesso compiacendola. Avrei dato il mondo per farla contenta. Il mondo che ora possedevamo e che appariva vuoto e eterno.

Claudia: "no Louis non lo faresti mai, il pericolo ti unisce a me".
Louis: "l'amore mi unisce a te".

Louis rivolgendosi a Claudia: "la sua bellezza bruciava così forte nella mia anima che a stento la sopportavo e i suoi occhi erano soffusi di una luce dolcissima."

"Ricorda, cerca di essere furbo per una volta" mi sussurrò Claudia sotto la sua testa bionda: "sei troppo signore!"

Il dolore insostenibile per la perdita di Claudia mi incalzava come una forza potente.

Lottavo per liberarmi urlando che non osassero far del male a Claudia. Volevo isolare le grida di Madeleine, dal terrore che da un momento all'altro vi si sarebbero potute aggiungere le grida di Claudia.

Pensai a Claudia, sentii subito le sue braccia che mi cingevano, vedevo la curva delle sue guance nella luce nella mia mente, il dolce languido frullio delle sue ciglia. Il mio corpo si irrigidì, i miei piedi scalciavano contro le assi. Io gridai il suo nome "Claudia" finché il mio collo non si contorse dal dolore e le unghie mi ebbero scavato il palmo della mano.

Louis: la parte morale di me, era la parte che aveva amato, ne ero certo.

Louis: "io la amo eppure non le sono vicino [...] quest'epoca non significa molto per me, è stata lei a far si che significasse qualcosa".

Armand: ma ora Claudia ti ha lasciato libero, eppure tu continui a stare con lei, resti legato a lei come alla tua amante.

Louis: "ma non ti aspetterai davvero che me ne vada senza di lei! È in loro possesso la dentro, devi salvarla, non hai scelta!"
Sapevo soltanto che dovevo salvare Claudia oppure morire.

Matt: lo so sei legata a quel tipo col mantello nero e mi piace persino, anche se solo Dio sa il perché.

La morte di Claudia era la causa della fine di ogni cosa.

Ma la bambina, quell'antica bambina, la mia Claudia era cenere. Un urlo crebbe dentro di me, un selvaggio devastante urlo che veniva dalle viscere del mio essere... si alzava come il vento che faceva turbinare la pioggia su quelle ceneri, che batteva sull'impronta di una mano, sui mattoni che sollevava quei capelli biondi.

E prendendo la mano giocosa di Claudia capisco per la prima volta cosa lei prova quando mi perdona di essere me stesso, quella parte che dice di odiare e amare.

"Armand, tornerai?" Lei aveva gli occhi colmi di lacrime. "Promettimelo."
Rimasi di stucco. "Sybelle, cos'è che le donne desiderano così spesso sentire e aspettano a lungo di sentire? Ti amo."

Claudia si voltò verso di me con i suoi grandi occhi liquidi: "ti amo Louis".
Louis: allora ascoltami claudia ti prego! "Le risposi abbracciandola scosso da un fremere di sussurri" mettendoti contro di lui perderai tutto, non lo sopporterei.

"Sei davvero sul punto di perdere la ragione."
"Niente affatto, Guardami. Riesco a legarmi i lacci delle scarpe. Vedi? E ad annodarmi la cravatta. È necessaria una certa cura, sai, per avvolgerla intorno al collo, infilarla nella camicia e così via, senza sembrare un folle con un'enorme sciarpa al collo."

David, è come se Dio e il Diavolo stessero litigando per me.

Claudia: "cos'è che ti tormenta? Cos'è che ti ha sempre tormentato?" Mi chiese gentilmente ma non abbastanza.
Louis: "ho bisogno di te! Non posso sopportare l'idea di perderti!"

un autore a caso

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